Untitled-1_0007_Vector-Smart-ObjectQUANDO  PORTARE UN BAMBINO DALLO PSICOLOGO?

Generalmente i bambini non esprimono il disagio con le parole ma mettendo in atto comportamenti insoliti (agitazione, stanchezza perenne, episodi di enuresi o encopresi, comportamento aggressivo) o sintomi fisici ricorrenti (mal di pancia, mal di testa, disturbi del sonno, irritabilità). In alcuni casi la comunicazione con il pediatra è utile per garantire una corretta diagnosi differenziale con eventuali problematiche fisiche reali. Il primo colloquio viene effettuato con le figure di riferimento (genitori o familiari), come momento utile per individuare i segnali di allarme  e definire insieme la necessità o meno di un percorso psicologico.

 

I principali ambiti di intervento sono:

L’approccio, di tipo cognitivo-comportamentale, prevede la strutturazione di programmi di intervento che possono coinvolgere anche i genitori o la scuola.  L’obiettivo è di permettere al bambino di sperimentare il processo di cambiamento anche negli ambienti a lui familiari, esterni al contesto ambulatoriale. Per l’approfondimento diagnostico vengono utilizzati test standardizzati in linea con le procedure di trattamento evidence-based, in collaborazione con la neuropsicologa del centro.